martedì 30 agosto 2011

Vallo di Nera: Il Comune ce lo paghiamo noi

C'è un posto incantato in Valnerina dove i monti fanno da cornice ad un paese monumento, dove il fascino di una natura incontaminata appaga lo spirito e dove la vita scorre semplice e tranquilla, seguendo il ritmo delle stagioni: Vallo di Nera. Un castello che padroneggia la valle dove si respira ancora oggi un'atmosfera quasi magica che colpisce gli occhi ma soprattutto l'anima. Arrivando al centro di Vallo, dalla fisionomia tipicamente medievale, sotto lo storico palazzo dell'ex municipio, ora sede dell'Asbuc, della casa dei racconti, antenna dell'ecomuseo della Valnerina e di un ambulatorio medico, un gruppo di anziani dibatte sulle nuove tecnologie e sul futuro di questo borgo, gioiello dell'Umbria, che potrebbe essere accorpato ad altri Comuni limitrofi se il decreto per salvare l'Italia troverà attuazione. Riccardo Gentiloni, un bizzarro pensionato soprannominato "sorchetta" è un personaggio caratteristico che ha reso il suo albero di fichi un vero monumento, infatti al secolare arbusto, ormai secco, Riccardo ha dedicato una canzone dialettale dal significato ambiguo. Stornello che è diventato un cult anche nello spoletino tanto che, una professoressa ha fatto imparare a memoria le strofe e ha portato i suoi ragazzi in gita a Vallo di Nera per visitare il bislacco albero. L'egocentrico pensionato non perde tempo e subito evidenzia i vantaggi della vita in un piccolo paese, definendola serena e tranquilla:
"Si respira aria pulita, siamo liberi di lasciare le chiavi sulla porta di casa, perché c'è tutta gente onesta, i servizi ci sono anche se dobbiamo andare a Scheggino per esempio per lo sportello bancario, quindi è giusto risparmiare, la mia unica preoccupazione è che se venisse meno la figura dell'Amministrazione ci verrebbe a mancare il rapporto diretto che abbiamo con l'ordinamento politico, vivono con noi e per noi, sono presenti e molto attenti alle vicissitudini della comunità."
Non è d'accordo Enzo Benedetti sul risparmio, anch'esso pensionato ed ex amministratore che evidenzia come Vallo si possa reggere da solo senza bisogno di alcuna unione:
"Abbiamo bisogno degli amministratori e del comune, loro hanno una conoscenza diretta del territorio, solo chi trascorre del tempo qui può capire le necessità che abbiamo, svolgono il loro mandato con passione e sono veramente legati alla propria terra da una forte identità."
E questo lo sa bene Agnese Benedetti, ex sindaco ed ex presidente della Comunità Montana della Valnerina che ricorda quando alle 6 di mattina del 15 agosto di qualche anno fa, quando ancora vestiva i panni di amministratrice, dovette ospitare a casa un suo compaesano che era rimasto senza acqua e non poteva farsi la doccia.
"La pubblica amministrazione soprattutto nei piccoli comuni deve essere mantenuta, toglierla sarebbe un oltraggio alla democrazia, a Vallo di Nera gli assessori dirigevano i lavori per la ricostruzione, il Comune in occasione del giubileo ha realizzato la prima struttura alberghiera, e da lì poi diversi privati hanno deciso di investire in questo territorio aprendo diversi agriturismi ed io sono stata una di questi"
, cosi Agnese evidenzia l'importanza dell'istituzione comunale in realtà marginali e provocatoriamente aggiunge:
"Ce lo manteniamo da soli il nostro Comune."
Il decreto potrebbe provocare danni quasi psicologici alla popolazione di questo borgo che ha il timore di rivivere l'accorpamento che ha già vissuto con Meggiano-Piedipaterno nel lontano 1881. Quell'unione portò lo spostamento della sede del Comune da Vallo a Piedipaterno e tutt'ora negli occhi di coloro che rappresentano la memoria storica si legge la paura per un nuovo assetto istituzionale.

Nessun commento:

Posta un commento